Siamo un gruppo di donne: amiche, colleghe, mamme... Da tempo mettiamo le nostre esperienze di solidarietà femminile in comune, ne parliamo, riflettiamo, e pensiamo che molte donne costruiscano, nella vita di tutti i giorni, una silenziosa ma potente rete di affetti, di aiuti, di sostegno. Alcune di noi vengono da altre esperienze o vi sono tuttora coinvolte (Comitato per la pace Spartacus, Collettivo Echidna, Mamme per la Pace...), altre si sono semplicente unite confluendo il loro apporto personale di donne attente alla realtà che ci circonda e con la volontà di "uscire dal silenzio". Abbiamo pensato di costituire un gruppo, il Collettivo Pacha Mama, per cercare di essere un punto di riferimento e di scambio di esperienze per chiunque si senta sensibile alla lotta e alla solidarietà femminili.

AVVISO


Ciao a tutt*, è stata ripristinata la mail vecchia:

pachamama.ferrara@hotmail.it

ci auguriamo che non venga bloccata mai più

sezioni

31 ott 2008

Convegno nazionale su Simone de Beauvoir

"Quando tutte le donne del mondo..."

Una rilettura di Simone de Beauvoir a cento anni dalla nascita
(1908-2008)
20 novembre 2008
Aula magna del Rettorato
Via Savonarola 9
Ferrara

ore 9,30-17,30

'La contraccezione. Conoscere per scegliere': aggiornata e ristampata in 8 lingue la pubblicazione per donne e coppie

In distribuzione nei Consultori familiari, negli Spazi donne immigrate e loro bambini, negli Spazi giovani, nei reparti di ostetricia

E' stata aggiornata e ristampata in otto lingue - italiano, inglese, spagnolo, russo, arabo, albanese, cinese, rumeno – la pubblicazione "La contraccezione. Conoscere per scegliere”, realizzata dalla Regione Emilia Romagna per fornire alle donne e alle coppie italiane e straniere le informazioni per scegliere, se lo vogliono, il proprio metodo contraccettivo.Aggiornate anche specifiche schede che trattano, ognuna, un metodo contraccetivo, da utilizzare nel corso delle visite e dei colloqui delle operatrici e degli operatori di Consultori, Spazi giovani, Spazi donne immigrate e loro bambini con donne e coppie che scelgono di fare contraccezione.
“La contraccezione. Conoscere per scegliere” è suddivisa in capitoli:
Perché fare contraccezione.
Come scegliere il metodo contraccettivo.
Come siamo fatti.
I metodi naturali di contraccezione.
Il coito interrotto.
La pillola.
Il cerotto.
Anello vaginale.
Il condom.
Il preservativo femminile.
La contraccezione d"emergenza.
La contraccezione iniettoria.
Spirale.
E’ in distribuzione nei Consultori familiari, negli Spazi giovani, negli Spazi donne immigrate e loro bambini, nei reparti di ostetricia.
La pubblicazione fornisce prime informazioni: resta comunque centrale il rapporto con le operatrici e gli operatori dei Consultori familiari e degli Spazi donne immigrate e loro bambini dove sono sempre presenti anche mediatrici culturali per facilitare la relazione. A questi operatori e operatrici le donne e le coppie sono invitate a rivolgersi per chiarire dubbi, problemi, ricevere indicazioni concrete. “Troveranno servizi e disponibilità all’ascolto”, scrive l’assessore alle politiche per la salute Giovanni Bissoni nella presentazione.In Emilia-Romagna sono 214 i Consultori familiari, di cui 29 Spazi giovani e 16 Spazi per le donne immigrate e i loro bambini.
La pubblicazione "La contraccezione. Conoscere per scegliere" è disponibile nelle 8 lingue sul portale del Servizio Sanitario Regionale

Donna, figlia, madre, scrittrice e messaggera ... a piedi nudi nel bosco della letteratura

Un laboratorio di lettura promosso dal Centro Documentazione Donna per i mesi di novembre e dicembre. Conduce Adriana Lorenzi. Presentazione il 10 novembre 2008

Perderci e ritrovarci nel bosco della letteratura è un viaggio che vogliamo fare assieme ... donne, cresciute in mondi un tempo lontani, che s'incontrano in una casa comune e scelgono la letteratura come veicolo capace d'accendere una rinnovata e necessaria curiosità per la conoscenza. Cerchiamo un mezzo, un filo conduttore che ci consenta di ripartire: un libro, una scrittrice e la sua storia.
Cerchiamo un linguaggio comune per rappresentare i volti riconoscibili delle nostre identità. Ripartire da noi stesse è un percorso che ci può aiutare a leggere le comunità in cui viviamo, a conquistare la capacità di un’azione politica che faccia riferimento ad un’etica del vivere gravida di significati trasversalmente riconosciuti.

1 incontro di presentazione (con tè finale) lunedì 10 novembre dalle 15 alle 17; 4 incontri di laboratorio/scambio di esperienze dalle 14.30 alle 16.30 lunedì 17 e 24 novembre e lunedì 1 e 15 dicembre 20

Centro Documentazione Donna - via Terranuova, 12/b - Ferrara
sito web http://www.comune.fe.it

ISCRIZIONI


Per iscriversi inviare una mail a donne@comune.fe.it oppure telefonare al Cdd 0532 205046 nei giorni di apertura della biblioteca: lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 18,30 - mercoledì dalle 9 alle 13.
Nel momento delle iscrizioni è necessario comunicare la eventuale presenza dei bambini.
Il corso prevede una quota simbolica di partecipazione di 5 euro.
Il numero massimo è di 15 partecipanti.

Corso di Italiano per Donne

La Caritas diocesana di Ferrara-Comacchio organizza

due corsi base di Italiano per sole donne

inizieranno Lunedì 3 Novembre 08 e

termineranno giovedì 26 Febbraio 09

I corsi si svolgeranno presso la sede della Caritas in via Brasavola, 19 e seguiranno i seguenti orari:

Lunedì e il Giovedì alla mattina dalle ore 9,30 alle ore 11,00

e

Lunedì e Giovedì al pomeriggio dalle ore 14,30 alle ore 16,00

Il corso è completamente GRATUITO

Per informazioni/iscrizioni rivolgersi alla segreteria della Caritas diocesana dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9,30 alle ore 11,00

Contatti:
Via Brasavola,19 - 44100 Ferrara
Tel. 0532 740825 Fax 0532 741409
e-mail caritasfe@libero.it

27 ott 2008

ferrara 7 novembre 2008 sala Arengo ore 17,30
Stefania Guglielmi
Avvocata UDI Ferrara
Orsetta Giolo
Ricercatrice di filosofia del diritto
conversano con Barbara Spinelli
Autrice di
Femminicidio, dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico

Portano i saluto
Manuela Paltrinieri Assessora alle Pari Opportunità Provincia di Ferrara
Marinella Palmieri Assessora alle Pari Opportunità Comune di Ferrara

26 ott 2008

dal resto del carlino di Ferrara

ARRESTATO EX MARITO
Non accetta la separazione

Botte e umiliazioni a moglie e figli
La donna e i bambini sono anche stati sequestrati per quattro giorni dall' ex congiunto.

Minacce di morte, violenze psicologiche e fisiche, per il pericolo di reiterazione del reato il gip ha deciso per gli arresti domiciliari

Ferrara, 25 ottobre 2008 - Riteneva che lo sfascio della sua famiglia fosse dovuto a un tradimento della moglie. Così, un imprenditore incensurato di 47 anni, ha iniziato a far vivere all'ex coniuge e figli un vero e proprio inferno, fatto di violenze fisiche e psicologiche. Mesi e mesi di botte, umiliazioni, un 'sequestro' durato quattro giorni, uno speronamento all'auto della moglie quando nella vettura si trovava anche la figlioletta. Una vera e propria persecuzione che è durata più di un anno, fino a quando il gip di Ferrara, su richiesta del pm ha firmato l'ordine di cattura per l'uomo, che ora si trova agli arresti domiciliari.

L'escalation di violenza è iniziata alla fine del 2007, quando marito e moglie si sono separati. Una separazione dovuta principalmente alle difficoltà economiche dell’imprenditore che aveva portato al fallimento l’azienda di cui era titolare a causa del brutto vizio legato al gioco dei cavalli. Alla rottura con la moglie l'uomo non ha reagito per niente bene. Da qui la voglia di vendetta.
Alle sofferenze sono seguite le minacce e le percosse, fino all'aggressione, avvenuta nel giugno scorso, refertata in 15 giorni. Una sofferenza che sembrava destinata a non placarsi, alla quale hanno fatto seguito minacce di morte, testimoniate dagli sms recuperati sul cellulare della donna. L'ira ha addirittura portato l'uomo a scontrarsi contro l'automobile dell'ex moglie, tentando di buttarla fuori strada mentre viaggiava a bordo con la figlia, una ragazzina di 12 anni.

L'inferno si è quindi concluso nella mattinata di oggi, quando l'imprenditore è stato messo agli arresti domiciliari in casa sua, col divieto di avere qualsiasi tipo di contatto con persone diverse da quelle l'assistono, che convivono con lui o con il suo difensore. La misura cautelare è stata adottata dal giudice per il pericolo della reiterazione del reato, per impedirgli di incontrare la moglie, visto che abitano nello stesso paese del Ferrarese, e che hanno la condivisione dei due figli. Le indagini sono state condotte dall’ufficio minori della questura di Ferrara in collaborazione della stazione carabinieri di Pontelagoscuro, dopo esser intervenuti in più occasioni per porre fine alle violenze.

22 ott 2008

CORSO PRATICO DI AUTODIFESA PER DONNE Il corso ha lo scopo di fare acquisire tecniche e strategie per prevenire ed affrontare situazioni di pericolo o di violenza. Insegnanti: M° Claudio Ferrari e M° Rosa Russo. Durata: 12 lezioni gratuite tutti i sabati dalle 10.00 alle 12.00, presso la palestra comunale, in via Marconi a Rovigo. INIZIO: 8 NOVEMBRE 2008 Iscrizioni presso il Centro Donna Interculturale o durante gli incontri del seminario

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STOP! FERMIAMO LA VIOLENZA SULLE DONNE

La violenza alle donne toglie libertà, soffoca speranze, si nutre di paura

Noi vogliamo dare un aiuto concreto per difendersi e tutelarsi dalla violenza di genere


Rovigo, giovedì 09 ottobre 2008, ore 18,00
Sala della Gran Guardia, Piazza V. Emanuele II
Presentazione del Servizio Antiviolenza e del corso di autodifesa per donne

Intervengono:
Bridget Yorgure, Assistente Sociale;
Silvia Lelli, Psicologa;
Donatella Guidorizzi, Avvocata.

Nell’occasione, il Maestro Claudio Ferrari presenterà il corso di autodifesa per donne
che si terrà gratuitamente.
Presentano l’iniziativa l’Assessora Bruna Giovanna Pineda e Paola Sartorello, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Rovigo Rovigo,


giovedì 23 ottobre 2008, ore 18,00

Sala della Gran Guardia, Piazza V. Emanuele II

Violenza di genere: impariamo a conoscerla


La violenza domestica comprende varie forme: violenza fisica, psicologica, economica, sessuale, spesso diversamente combinate e associate tra loro;
esiste inoltre una violenza assistita, subita dai figli presenti durante i maltrattamenti compiuti sulla madre.

Intervengono:
Bridget Yorgure, Assistente Sociale;
Silvia Lelli, Psicologa del Servizio Antiviolenza del Comune di Rovigo.
Coordina Luisa Paola Montoncello della Commissione P.O. del Comune di Rovigo

Rovigo, giovedì 06 novembre 2008, ore 18.00

Sala della Gran Guardia, Piazza V. Emanuele II


Violenza di genere: impariamo a difenderci La tutela e la difesa legale per le donne che hanno subito violenza. Le Forze dell'Ordine a tutela delle donne.

Intervengono:
Donatella Guidorizzi, Avvocata del Centro Antiviolenza di Rovigo;
Andrea Firrincieli, Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri di Rovigo;
un responsabile della Polizia di Stato della Questura di Rovigo.
Coordina gli interventi Marzia Milan della Commissione P.O. del Comune di Rovigo.

Rovigo, martedì 25 novembre 2008,

giornata internazionale contro la violenza sulle donne.


Salone d’Onore del Municipio, Piazza V. Emanuele II, ore 17,00


CONVEGNO NEANCHE CON UN FIORE


I centri antiviolenza come risposta concreta contro la violenza di genere

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Malalai Joya

http://malalaijoyaitalia.blogspot.com/ ( blog in italiano dedicato a Malalai Joya)


Nel 2003 Malalai Joya, a soli 26 anni, fu eletta dai suoi concittadini come delegata alla Loya Jirga (Grande Assemblea) che doveva stilare la carta costituzionale del paese. Già allora Malalai prese la parola e, in un coraggioso discorso divenuto poi celebre, denunciò i crimini dei 'signori della guerra' che controllavano, e ancora oggi controllano, la Loya Jirga e i posti di comando del paese. Da quel giorno Malalai vive sotto scorta, è oggetto di continue minacce di morte e ha già subito vari attentati.

Nel settembre del 2005 si tennero le elezioni parlamentari afghane e, grazie al suo indiscusso radicamento nel territorio, alla sua attività di sostegno concreto alla popolazione, al suo impegno a favore delle donne, alla sua lotta per la democrazia e i diritti, Malalai fu eletta con largo consenso per rappresentare Farah, la sua provincia, nella Wolesi Jirga (la Camera dei Deputati afghana).

Malalai Joya è inoltre responsabile di OPAWC (Organization of Promoting Afghan Women's Capabilities), una ONG che si occupa della promozione dei diritti delle donne e dei bambini organizzando gratuitamente corsi di alfabetizzazione, di formazione professionale, attività di microimprenditoria, orfanotrofi e ambulatori medici.

Il costante impegno civile e democratico di Malalai Joya è stato formalmente riconosciuto a livello nazionale ed internazionale, prima con il premio afghano "Malalai of Maiwand" nel 2001, poi con il premio "Donna dell’anno" assegnatole dalla Regione Val d’Aosta nel 2004 e, infine, con il premio per la pace coreano "Gwangju Human Rights Award" nel 2006.

Il 21 maggio 2007 la giovane deputata, con un atto del tutto illegale, è stata espulsa dal parlamento per aver criticato il governo esponendone la natura antidemocratica e fondamentalista e denunciando la presenza in esso di 'signori della guerra', trafficanti di droga e violatori dei diritti umani.

Il 23 luglio 2007 il Comune di Firenze conferisce a Malalai Joya il "Giglio d'Oro" come riconoscimento al suo impegno contro il fondamentalismo e per la democrazia e i diritti nel suo paese. Nel settembre 2007 viene nominata per il premio Sakharov dal Parlamento Europeo. L'11 febbraio 2008 le viene assegnato il premio "International Human Rights Film Award" a Berlino.

Video su Malalay Joia

6 ott 2008

Ciampino shock per una donna somala Nuda per ore e umiliata dalla polizia

ROMA - «Guarda questa pazza negra, mò ti meniamo. Se non fai quello che ti diciamo... Sei nera dentro e fuori...». Insultata e umiliata dopo essersi opposta a una ispezione vaginale e rettale ha denunciato di essere stata tenuta nuda e in piedi, per quattro ore, in un ufficio della polizia di frontiera dell' aeroporto di Ciampino perché sospettata di essere una trafficante di bambini e un corriere della droga. A raccontare in prima persona il caso di razzismo è Amina Said Sheikh, nata 51 anni fa a Mogadiscio, sposata con un ispettore della tributaria del ministero delle Finanze esperto in diritto islamico. Completamente opposta la versione della Polaria che smentisce tutto: «Nessun maltrattamento o frase razzista. è stata adottata solo la procedura prevista nei casi sospetti di traffico di stupefacenti dopo aver avvisato i magistrato: la donna era già stata denunciata due volte perché sorpresa con quantitativi di qat». L' episodio è avvenuto lo scorso 21 luglio quando la cinquantunenne è rientrata con un volo da Londra assieme ai quattro nipotini che vivono in Inghilterra. Due giorni fa la donna ha presentato un esposto in Procura assistita dagli avvocati Luca Santini e Mario Angelelli dell' associazione "Progetto diritti". I reati ipotizzati sono: perquisizione arbitraria e minaccia con l' aggravante dell' odio e della discriminazione razziale. «Vivo in Italia dall' 84 e una storia di razzismo come questa non mi era mai capitata - racconta Amina Sheikh assieme al marito Luigi Mancuso - Mi hanno offesa, discriminata e maltrattata. Prima hanno pensato che avessi rapito i miei nipotini. Poi mi hanno trattata come una narcotrafficante. Ma non sono una spacciatrice: sono stata denunciata solo per possesso di qat che nella cultura somala è un' erba officinale e solo da due anni è illegale in Italia». A effettuare la perquisizione sono state due poliziotte e un' agente della dogana. «Mi hanno fatto spogliare lasciandomi con il reggiseno. Mi hanno ordinato di sedermi e di alzarmi per accertare che non nascondessi droga. Poi hanno indossato i guanti di lattice dicendo che dovevano procedere a una ispezione vaginale e rettale - racconta ancora Amina - A quel punto ho detto "no, il mio corpo mai". Ho chiesto un medico ma le agenti hanno iniziato a minacciarmi: "Pazza negra te la faremo pagare". Dall' altra parte della porta c' erano i miei nipotini. Poi è arrivato mio marito». Il racconto è confermato dal coniuge: «Mia moglie è stata ammanettata sulla barella nuda e, avvolta in un foglio di cellophane, è stata portata in ospedale per la visita radiologica che ha accertato che non aveva ingerito alcun ovulo con droga». I legali della donna hanno annunciato che costituiranno parte civile. «Abbiamo atteso due mesi per formalizzare la denuncia perché Amina oltre è stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale - spiega l' avvocato Anegelelli - Qualche settimana fa l' inchiesta è stata chiusa e ora abbiamo chiesto al magistrato che Amina venga ascoltata con nuovi testimoni». «Abbiamo presentato una denuncia per calunnia e diffamazione - replica Remo De Felice, dirigente della Polaria di Ciampino - Sono stati i nostri agenti a essere stati insultati. Anche dopo aver chiamato l' avvocato, quella donna ha continuato a dare in escandescenze. è stata lei a voler restare nuda e quando è arrivata l' ambulanza ha gettato i vestiti contro gli agenti. Ha urlato: "Così lo vedranno tutti come mi avete ridotta"». - MARINO BISSO LAURA MARI

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la forza senza cultura

è auspicabile che i presidenti della Camera e del Senato siano lesti nel cogliere gli scricchiolii della pacifica convivenza e promuovano un osservatorio parlamentare sul razzismo che ormai tracima dalla greve licenza verbale in troppi episodi di violenza fisica. Lo stesso governo della "tolleranza zero" ha interesse a far suo un allarme che non riguarda più solo il diffondersi dell' inciviltà, ma anche l' ordine pubblico.Episodi come il pestaggio del giovane Samuel Bonsu Foster a Parma o l' umiliazione inflitta alla signora Amina Sheikh Said all' aeroporto di Ciampino - quali che siano gli esiti delle indagini - evidenziano un' impreparazione culturale di settori della forza pubblica nella pur necessaria opera di vigilanza e prevenzione anticrimine. Problemi simili esistono nelle polizie di tutto il mondo, il cui aggiornamento professionale deve tenere conto delle mutate condizioni ambientali. Ma ancor più inquieta l' ormai lunga collezione di aggressioni, squadristiche o individuali, che si tratti di pogrom incendiari contro gli abitanti delle baraccopoli o di sprangate sulla testa del malcapitato di turno. Tale esasperazione è stata spesso giustificata dagli imprenditori politici della paura come legittima furia popolare. Minimizzata tributando demagogicamente lo status di vittime ai "difensori del territorio". Fino a quando c' è scappato un morto: Abdoul Salam Guiebre. Ma nella stessa città di Milano la guerra tra poveri ha riproposto il bis martedì al mercato di via Archimede. Stavolta non per un pacco di biscotti: Ravan Ngon è stato pestato con una mazza da baseball dal venditore di frutta e verdura alla cui bancarella si era avvicinato troppo con la sua merce abusiva. Lo stesso giorno, nella borgata romana di Tor Bella Monaca, una banda di teppisti adolescenti pestava, così, a casaccio, Tong Hongshen, colpevole solo di aspettare l' autobus. Abdoul Salam Guiebre, Tong Hongshen, Ravan Ngon: nomi difficili da pronunciare, figure giuridiche differenti (un cittadino italiano, un immigrato con permesso di soggiorno, un altro che vive qui da cinque anni senza essere riuscito a regolarizzarsi), ma innanzitutto persone. Nostri simili che stentiamo a riconoscere come tali, di cui preferiamo ignorare le vicissitudini e i diritti. Nelle interviste trasmesse da Sandro Ruotolo a "Annozero", abbiamo udito i parenti dei camorristi accusati dell' eccidio di Castel Volturno manifestare indignazione: la polizia si muove "solo quando i morti sono neri"! Che si trattasse di una vera e propria strage, sei omicidi, passava in second' ordine. Temo che quell' infame, velenoso rovesciamento delle parti tra vittime e carnefici, rischi di diventare in Italia senso comune, se le istituzioni non interverranno per tempo. Di certo non aiutano i pubblici elogi di Maroni al vicesindaco di Treviso, che sul suo stesso palco si riprometteva di cacciare i musulmani "a pregare e pisciare nel deserto". Come se non fossero già centinaia di migliaia i nostri concittadini di fede islamica. Non aiutano i giornali filogovernativi che attribuiscono all' intero popolo zingaro una congenita propensione al furto. Non aiuta il cortocircuito semantico che equipara il minaccioso stigma di "clandestino" a un destino criminale. La regressione culturale di cui si è detto preoccupato anche il presidente dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, ha tra i suoi responsabili gli spacciatori di stereotipi colpevolizzanti che nel frattempo promettono l' impossibile: un paese in cui, grazie alla mano forte delle nuove autorità, i cittadini siano esentati dalla fatica della convivenza. Così come si è rivelato fallace - inadeguato all' offensiva reazionaria - l' espediente retorico di una sicurezza che non sia "né di destra né di sinistra"; altrettanto insulso rischia di apparire oggi il richiamo al binomio "diritti e doveri" degli immigrati. Giusto, certo. Ma astratto, fin tanto che non verrà indicato loro un percorso praticabile d' integrazione e cittadinanza. O preferiamo forse che si organizzino separatamente per farci sentire la loro protesta, esasperando una contrapposizione separatista fino allo scontro con le istituzioni? Tra i sintomi della regressione culturale c' è anche la miopia con cui le forze democratiche del paese, a cominciare dal Pd, finora hanno ignorato la necessità di dare rappresentanza politica agli immigrati. Sarà forse poco redditizio elettoralmente, ma è decisivo per il futuro della nostra società che si affermino leadership responsabili, organizzazioni accoglienti, punti di riferimento alternativi ai capiclan e ai propagandisti dell' integralismo religioso. Persone che hanno avuto l' intraprendenza di emigrare per sfuggire a una sorte infelice, e che spesso hanno conseguito traguardi culturali e professionali significativi dopo essere approdati senza un soldo sulle nostre coste, possono contribuire anche al rinnovamento della politica italiana, bisognosa di ritrovare idealità e speranza. - GAD LERNER

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