Siamo un gruppo di donne: amiche, colleghe, mamme... Da tempo mettiamo le nostre esperienze di solidarietà femminile in comune, ne parliamo, riflettiamo, e pensiamo che molte donne costruiscano, nella vita di tutti i giorni, una silenziosa ma potente rete di affetti, di aiuti, di sostegno. Alcune di noi vengono da altre esperienze o vi sono tuttora coinvolte (Comitato per la pace Spartacus, Collettivo Echidna, Mamme per la Pace...), altre si sono semplicente unite confluendo il loro apporto personale di donne attente alla realtà che ci circonda e con la volontà di "uscire dal silenzio". Abbiamo pensato di costituire un gruppo, il Collettivo Pacha Mama, per cercare di essere un punto di riferimento e di scambio di esperienze per chiunque si senta sensibile alla lotta e alla solidarietà femminili.

AVVISO


Ciao a tutt*, è stata ripristinata la mail vecchia:

pachamama.ferrara@hotmail.it

ci auguriamo che non venga bloccata mai più

sezioni

24 giu 2008

26 giugno a bologna "Il movimento delle lesbiche in Italia"

giovedi' 26 giugno, presentiamo a Bologna (ore 18 Aula Magna di Santa
Cristina, via del Piombo 5), all'interno delle iniziative del pride
nazionale, 'Il movimento delle lesbiche in Italia', Ed. Il Dito e la Luna,
con la prefazione di Luisa Passerini. Sono gli atti del convegno tenutosi a
Roma lo scorso anno 'La storia che non c'era: il movimento delle lesbiche in
Italia.'

Saranno presenti
Enrica Capussotti (storica ricercatrice precaria - Universita' di Siena)
Paola Di Cori (docente di studi culturali e studi di genere - Universita' di
Urbino)
Elena Petricola (storica della rivista Zapruder - Universita' di Torino)
Annamaria Tagliavini (direttrice della Biblioteca Italiana delle Donne)

Porteranno i loro saluti:
Milli Virgilio - Assessora Scuola e Politiche delle differenze Comune di
Bologna
Simona Lembi - Assessora Cultura e Pari Opportunità

23 giu 2008

BRUTALMENTE AGGREDITA A MILANO CON LA SUA FAMIGLIA REBECCA COVACIU, 12ENNE ROM VINCITRICE DEL PREMIO UNICEF 2008

GRUPPO EVERYONE: “EPISODIO DI GRAVITA’ INAUDITA. NECESSARIA CONDANNA UNANIME DI ISTITUZIONI NAZIONALI ED EUROPEE E SERI PROVVEDIMENTI CONTRO LA DERIVA RAZZISTA E XENOFOBA IN ITALIA” E’ accaduto ieri mattina, 17 giugno, alle 8 a Milano. La famiglia Covaciu, romena di etnia Rom, già oggetto di continue peregrinazioni per l’Italia a seguito di vessazioni, minacce e sgomberi, stava uscendo dalla tenda in cui da diversi giorni si era stabilita, in un microinsediamento nella zona di Gianbellino, quando è stata brutalmente aggredita da due italiani di età compresa fra i 35 e i 40 anni. Rebecca, 12 anni, nota per essersi aggiudicata in Italia il Premio Unicef – Caffè Shakerato 2008 per le sue doti artistiche applicate all'intercultura, e il fratellino Ioni, 14 anni, sono stati prima spintonati e poi picchiati. I genitori, uno dei quali è Stelian Covaciu, pastore della Chiesa Pentecostale, che assieme al fratello maggiore di Rebecca erano accorsi per difendere i figli, sono stati ricoperti di insulti razzisti, minacciati, indotti a lasciare immediatamente l’Italia e subito dopo percossi. I Covaciu a quel punto sono fuggiti verso la stazione di San Cristoforo, in piazza Tirana, e accorgendosi di essere ancora seguiti hanno chiesto aiuto ai passanti. Nessuno è intervenuto. Mentre la famiglia si stava avviando verso il parco antistante la stazione, la signora Covaciu, cardiopatica, è stata colta da un malore. Stellian Covaciu ha a quel punto contattato telefonicamente Roberto Malini del Gruppo EveryOne, che ha dato l’allarme facendo inviare sul posto una volante della Squadra Mobile di Milano e un’ambulanza. All’arrivo della Polizia, gli aggressori si sono dileguati. Prima ancora dell'aggressione, l’Unicef aveva manifestato indignazione per la vicenda della piccola Rebecca, simbolo di un'infanzia senza diritti. Il Gruppo EveryOne era in procinto di organizzare un ritorno della famiglia in Romania per sottrarla all'ostilità che colpisce i Rom a Milano. “Questa nuova violenza contro le famiglie Rom è spaventosa e deve sollevare la protesta della società civile” commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Quello che è avvenuto a Rebecca e alla sua famiglia è sintomatico del clima, ormai fuori controllo nel nostro Paese, di odio e intolleranza nei confronti del popolo Rom. Purtroppo non si tratta affatto di un caso isolato, ma dell’ennesimo gravissimo episodio di violenza, ai danni di una famiglia innocente, che rimarrà impunito e annuncia tempi davvero oscuri per l’Italia.” Il Gruppo EveryOne ha recentemente denunciato l'aggressione a Rimini, avvenuta nell'indifferenza generale, di una ragazzina Rom incinta, presa a calci da un italiano mentre chiedeva l’elemosina. A Pesaro, qualche giorno fa, Thoma, il membro più anziano della locale comunità Rom, sofferente di un handicap a una gamba e cardiopatico, è stato colpito al capo e umiliato in pieno centro storico. Nella stessa città, i parroci hanno recentemente vietato ai Rom di chiedere l'elemosina davanti alle chiese. Nei giorni precedenti all'aggressione della famiglia Covaciu, EveryOne ha ricevuto segnalazioni di numerosi episodi di violenza da parte di italiani nei confronti di persone di etnia Rom, soprattutto dei più deboli: bambini e donne. “L'attuale clima di discriminazione generale e l'atteggiamento ostile delle autorità,” continuano Malini, Pegoraro e Picciau “fanno sì che le persone aggredite non trovino più il coraggio di denunciare i loro aggressori. Inoltre, dichiarazioni come quelle del ministro dell’Interno Roberto Maroni, che predica la tolleranza zero contro i Rom, la loro schedatura con foto segnaletiche e addirittura il prelievo del DNA, lo sgombero indiscriminato e senza alternative di campi di fortuna e insediamenti regolari, la sottrazione dei bambini Rom alle famiglie senza mezzi di sostentamento – proclami che sconcerterebbero qualunque esponente democratico di un Paese civile –, finiscono per fomentare violenze e soprusi ai danni dei più indifesi". Assieme a EveryOne, anche Santino Spinelli, dell’Associazione Thèm Romano onlus, e il gruppo “Caffè Shakerato” di Genova, organizzazione per l'intercultura e il rispetto dei diritti dei bambini, esprimono la più viva preoccupazione per l’episodio, effetto ancora una volta dell’odio razziale che imperversa in Italia. “E’ necessaria una condanna unanime del mondo politico italiano e delle Istituzioni europee” concludono i leader del Gruppo “e sono ormai indispensabili provvedimenti seri contro chi viola i diritti umani e si fa portatore di violenze e discriminazioni di matrice xenofoba e razzista”.

Stalking, quattro anni di cella a chi molesta

http://studiobehare.splinder.com/post/17548115

Appello di adesione alla manifestazione dei migranti del 5 luglio

Siamo tutte clandestine!

Siamo tutti clandestini!



Noi non siamo migranti. Tuttavia,
sosteniamo con forza la manifestazione del prossimo 5 luglio lanciata dal
Coordinamento migranti, dalle associazioni, dalle lavoratrici e dai lavoratori
migranti di questa provincia. Il 5 luglio saremo presenti perché sappiamo che
la pesante ondata di razzismo che sta investendo questo paese e le misure
approvate
dal governo per garantire ciò che chiamano “sicurezza”, nel momento in cui
cercano di mettere a tacere i migranti e le loro lotte pretendono anche di
ridurre al silenzio ciò che riguarda tutti noi.

Questo silenzio ha
già
investito il lavoro. Non c’è sicurezza quando di lavoro si muore, quando i
salari non bastano ad arrivare alla fine del mese, quando il razzismo entra nei
posti di lavoro. Non c’è sicurezza perché questa divisione ci indebolisce
proprio quando più è necessario costruire lotte comuni per riprenderci la
sicurezza che noi vogliamo. Non ci basta gridare allo scandalo di fronte
all’ennesima strage di operai. Vogliamo di più, per questo saremo in piazza
il
5 luglio.

Questo silenzio urla per attutire
le voci che hanno denunciato che la violenza sulle donne non ha colore, né
religione, né cultura, ma solo un sesso. Alle donne si fa una seconda violenza
riducendole a pretesto per fomentare una caccia razzista al criminale. Non ci
accontentiamo dei trafiletti sui giornali che ricordano quando le parti si
invertono e i bravi cittadini della civile Italia stuprano giovani donne
migranti. Vogliamo
di più, per questo saremo in piazza il 5 luglio.

Questo silenzio mente, vorrebbe
convincere quelli che sono cittadini che i loro diritti sono tutelati dalla
minaccia di una grande invasione criminale. Ma quelli che sono approdati sulle
coste militarizzate della civile Europa e ne hanno attraversato le frontiere
sono qui, ora. Lavorano accanto a noi nelle fabbriche e nei cantieri, nelle
cooperative e nelle nostre case, i loro figli siedono accanto ai nostri nelle
scuole. Noi sappiamo che questa criminalizzazione vuole togliere la parola a
chi sta lottando per riappropriarsi del suo futuro. Non crediamo a chi ci dice
che alcuni potranno parlare purché altri tacciano. Vogliamo di più, per
questo
saremo in piazza il 5 luglio.

Noi non siamo migranti, ci
chiamano cittadini. Ma i migranti oggi ci dicono che questa parola è ormai
vuota, perché è stata svuotata dalla precarizzazione e dall’insicurezza
che
produce, perché è usata per sostenere il potere di quelli che dicono “giù
le
mani dalle nostre donne”, perché invoca confini da difendere con le armi,
confini segnati dai muri, come quelli dei CPT, confini che ci dividono e ci
indeboliscono, come il razzismo. Siamo cittadini ma mai, come oggi, crediamo
che abbia senso tornare a dire – come nella grande manifestazione di Genova
del
2001 – che siamo tutti clandestini. Non è sufficiente essere solidali, noi
siamo coinvolti, vogliamo di più. Per questo con i migranti saremo presenti
non
solo a parole, ma con la più ampia mobilitazione possibile, alla
manifestazione
del 5 luglio a Bologna.


Xm24;
Laboratorio Crash!, Vag61; C.s. Tpo; Lazzaretto Autogestito; Livello 57;
Circolo Anarchico C. Berneri; Usi - Ait, Lavoratrici e Lavoratori Anarchici;
Confederazione Cobas Bologna; Cobas Scuola – Bologna; Asia Rdb-Cub;
Collettivo
Figlie Femmine; Comitato Palestina Bologna; Harambe; Spazio Sociale
Studentesco; Assemblea Antifascista Permanente

Per
adesioni: coo.migra@yahoo. it

10 giu 2008

FLAT A BOLOGNA 14/15 giugno

Il 14 e 15 Giugno 2008 si terrà la due giorni di Assemblea nazionale femminista e lesbica FLAT.
L'incontro precedente del 23 e 24 febbraio a Roma ha visto la partecipazione di centinaia di donne divise in tavoli tematici. Quest'anno proponiamo 3 ambiti di discussione accomunati dalla volontà di ragionare sulle pratiche e le strategie future del movimento femminista nazionale, che dal 24 novembre 2007 sta crescendo nel nostro paese. Ecco tutte le info:
*Qui le proposte dell'assemblea femminista e lesbica di Bologna

*Consulta e commenta gli ambiti di discussione della due giorni!

*Il 14/06 Manifestazione notturna contro la violenza maschile

*Sostieni le compagne con qualche euro...

*Scrivici! >>Vieni? A quale gruppo pensi di partecipare? Cerchi un posto per dormire? Vorresti info sui trasporti? Il biglietto costa troppo?

Richiediamo la massima diffusione dell'informazione!
Grazie!

Ecco il Programma (in allegato il volantino .pdf)

Sabato 14/06/2008
h.10.00 - un saluto presso il Centro di documentazione, ricerca e iniziativa delle donne in Via del Piombo 5 (come arrivare...) e divisione dei gruppi di lavoro:

- violenza
- antifascismo, antirazzismo,
antisessismo
- Comunicazione

h.13.30 - Pranzo
h.14.30 - Riprendono i lavori
h.19.00 - Aperitivo ad Atlantide

h.22.30 - concentramento per la Manifestazione Notturna contro la violenza maschile

Domenica 15/06/2008
h.10.00 ca - Assemblea Plenaria al Centro delle donne!

I fondi contro la violenza contro le donne.

Spazzati via venti milioni. Non che siano tantissimi ma certo erano moltissimo per gli oltre cento centri antiviolenza che in Italia si occupano di dare protezione e un tetto a donne sole, ragazze-madri maltrattante, per lo più straniere, con bambini piccoli. Storie /o:pdi senza nome, poco performanti da un punto di vista mediatico, e però passa anche da questi Centri antiviolenza il livello di civiltà di un paese. "Il primo atto del governo contro la violenza sulle donne? Un bel taglio al Fondo istituito dalla Finanziaria 2008 con 20 milioni di euro per il sostegno alle vittime e la prevenzione" denuncia Vittoria Franco, ministro ombra del pd per le Pari Opportunità che chiama in causa il ministro Mara Carfagna: "Cosa intende fare il neo ministro? Se n'è accorta?". Il ministro potrà riflettere su cifre e dati. I numeri dicono che in Italia ci sono 14 milioni di donne vittime di violenza di cui ben tre milioni tra le mura domestiche, drammi vissuti nel silenzio e nell'indifferenza. Una risposta, un segnale di aiuto e di una possibile via di fuga, è arrivato in questo anni soprattutto dai Centri anti violenza. Che ora restano senza fondi. Che fare? Vittoria Franco ha già presentato un'interrogazione al governo
*******************************************************

COMUNICATO STAMPA

La Rete Nazionale dei Centri Antiviolenza e delle Case delle Donne, che accoglie al proprio interno la maggior parte delle associazioni di donne e dei servizi italiani rivolti alle donne vittime di violenza, esprime sconcerto e preoccupazione per le scelte operate dal Governo in tema di violenza di genere verso le donne.
La rete dei Centri aveva sollecitato in più occasioni la definizione di un Piano di azione nazionale contro la violenza alle donne quale strumento principale per mettere a punto azioni di sistemaper garantire un efficace intervento di prevenzione e contrasto in area culturale, sanitaria, sociale e di protezione, e sia per sostenere le attività svolte dai centri stessi.Avevamo plaudito la decisione di creare, da parte del Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità un fondo nazionale per l’anno 2008 così da avviare la sperimentazione di un Piano di azione contro la violenza, uniformando così l’Italia agli standard attuati negli altri stati europei. Leggiamo con preoccupazione le affermazioni del nuovo Ministro in tema di analisi del fenomeno (lettera a La Repubblica), e rileviamo che in quella stessa lettera si esprime la volontà di rivedere, ripensare e rafforzare i centri antiviolenza. I dati e la lettura del fenomeno che emerge in qualsiasi indagine e documento internazionale, contrasta con l’interpretazione del nuovo Ministro. La violenza verso le donne avviene (come rilevato in tutte le indagini nazionali ed internazionali) nelle relazioni di intimità, nelle famiglie, e l’imposizione dell’affido condiviso nei casi di violenza domestica serve solo ad innalzare il rischio di pericolosità per le madri e per i figli. Pur condividendo con il Ministroil diritto dei figli di mantenere un rapporto continuativo con entrambi i genitori durante e dopo la loro separazione, l’attuale legge sull’affido condivisoci appare caratterizzata da una pericolosa semplificazione in quanto impone un unico modello di affidamento per tutte le separazioni.. Vorremmo anche precisare che non sono le separazioni che causano la violenza, bensì avviene esattamente il contrario. L’affermazione di libertà femminile acuisce la violenza, ma non si può certo chiedere alle donne di rinunziare alla propria affermazione per evitare la violenza, sarebbe certo una richiesta impropria, che carica la “vittima” della responsabilità dell’aggressione e che non va verso relazioni tra sessi improntate alla reciprocità ed alle pari opportunità di genere.
Rileviamo che ieri sono stati “tagliati” i fondi destinati al Piano di azione Nazionale. Chiediamo che venga rivista tale decisione affinché le parole di indignazione espresse dai politici in occasione delle morti delle donne a causa di violenza, non siano parole vuote.La violenza verso le donne è un fenomeno che non si può cancellare con le dichiarazioni, ma con azioni concrete ed adeguate. Per farlo serve un finanziamento nazionale altrettanto concreto ed adeguato, che permetta lo sviluppo di azioni di sistema ed il rafforzamento dei luoghi di accoglienza delle vittime.
Vorremo un confronto aperto sul tema e chiediamo che venga ripristinato il fondo, così da avviare il piano di azione nazionale, sul quale chiediamo di essere coinvolte per un reale processo di concertazione sugli obiettivi da raggiungere per il 2008.

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