Siamo un gruppo di donne: amiche, colleghe, mamme... Da tempo mettiamo le nostre esperienze di solidarietà femminile in comune, ne parliamo, riflettiamo, e pensiamo che molte donne costruiscano, nella vita di tutti i giorni, una silenziosa ma potente rete di affetti, di aiuti, di sostegno. Alcune di noi vengono da altre esperienze o vi sono tuttora coinvolte (Comitato per la pace Spartacus, Collettivo Echidna, Mamme per la Pace...), altre si sono semplicente unite confluendo il loro apporto personale di donne attente alla realtà che ci circonda e con la volontà di "uscire dal silenzio". Abbiamo pensato di costituire un gruppo, il Collettivo Pacha Mama, per cercare di essere un punto di riferimento e di scambio di esperienze per chiunque si senta sensibile alla lotta e alla solidarietà femminili.

AVVISO


Ciao a tutt*, è stata ripristinata la mail vecchia:

pachamama.ferrara@hotmail.it

ci auguriamo che non venga bloccata mai più

sezioni

27 ott 2010

Due dame selvagge: Corinna Bille e Anne Hébert

Sabato 30 ottobre per l’intera giornata, a partire dalle ore 10, si terrà nella Caffetteria del Castello Estense di Ferrara, organizzata dall’Associazione culturale Leggere Donna, una giornata di studi - dal titolo Due dame selvagge - su un confronto tra due grandi scrittrici francofone: la svizzera Corinna Bille e la canadese Anne Hébert.

Il titolo vuole mettere in evidenza quella che una delle caratteristiche comuni alle due scrittrici: il loro aspetto e il loro stile di vita di grandi signore apparentemente borghesi in netto contrasto con la loro scrittura trasgressiva che tratta temi forti e quanto meno insoliti.

Corinna Bille (1912-1979) nata e vissuta nel cantone a lingua francese del Valais, è stata poeta e narratrice, la più famosa tra le scrittrici contemporanee della Svizzera. Autrice di più di quaranta opere, tra raccolte di poesia, romanzi e racconti deve la sua fama soprattutto a questi ultimi, genere in cui eccelle. Pur essendo stata tradotta anche in italiano, non è da noi altrettanto conosciuta come nel suo paese e in Francia, dove è stata pubblicata da Gallimard e dove ha ricevuto un gran numero di premi tra cui il prestigioso premio Goncourt.
In italiano, oltre alla raccolta tra prosa e poesia Cento piccole storie crudeli (Casagrande, 2001), sono stati pubblicati due romanzi - Foreste oscure (Ulivo, 2004), Teodata (Ulivo, 1997) - e la raccolta di racconti La fragola nera (Crescenzi, 1993), tutti da case editrici del Canton Ticino. Da case editrici italiane sono stati pubblicati invece Eterna Giulietta (Tufani, 2001), Due passioni (Mobydick, 2002), La damigella selvaggia (Tufani, 2002), tutti e tre curati e tradotti dalla traduttrice e poeta ferrarese Monica Pavani.

Anne Hébert (1916-2000) è nata nel Québec dove ha passato la giovinezza per poi trasferirsi a Parigi dove ha vissuto a lungo, ottenendo fama e successo grazie soprattutto ai grandi romanzi pubblicati dalle Editions du Seuil, e tornare infine negli ultimi anni in Canada. Autrice di un gran numero di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie, è la maggiore scrittrice canadese di lingua francese, ha ricevuto numerosi premi tra i più importanti sia francesi che canadesi ed è considerata la grande dama delle letteratura québecchese.
In italiano sono stati pubblicati in passato il romanzo Kamouraska, ora fuori commercio, e Clara che a quindici anni disse di sì (EL, 1995), due raccolte di poesie Io sono la terra e l’acqua e Gli offesi (Marsilio, 1978) e recentemente Il torrente (Sinnos, 2005), romanzo breve che anticipa molti dei temi ricorrenti nell’opera di Anne Hébert, e dalle edizioni Tufani tre dei più suoi romanzi più belli: L’ultimo giorno dell’estate (in originale Les Fous de Bassan) nel 2002, Un vestito di luce nel 2007 e I bambini del sabba nel 2008, tre autentici capolavori.

La giornata è organizzata dall’Associazione culturale Leggere Donna - Luciana Tufani Editrice
Con il contributo economico di: Pro Helvetia, Cantone del Valais, Assessorato alla cultura del Comune di Ferrara, Assessorato alle pari opportunità della Provincia di Ferrara
e con il patrocinio dell’Ambasciata del Canada

18 ott 2010

A VENEZIA

"La condizione delle donne in Iran e le loro lotte".
Martedì 19 ottobre 2010 alla Scoletta dei Calegheri, San Tomà, alle ore 18.00.
Il Centro Donna del Comune di Venezia e la Municipalità di Venezia Murano Burano, in collaborazione con il Comitato a Sostegno delle Madri in Lutto dell'Iran presentano Mahboubeh Abbasgholizadeh, giornalista iraniana, attivista per i diritti civili e vincitrice del premio "Johann Philipp Palm", Germania 2010, e l'artista iraniana Negin Vaziri. Durante l'incontro sarà proiettato il film "Crushing stones", presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2010

Giornata dedicata a Cristina Trivulzio di Belgiojoso

Oltre l�oblio
giornata dedicata a Cristina Trivulzio di Belgiojosonell�ambito delle manifestazioni per i 150 anni dell�Unit� d�Italia

Ferrara per i 150 anni


organizzata dal Centro Documentazione Donna
e dall�Associazione culturale Leggere Donna
in collaborazione col Teatro Comunale e il Conservatorio di Ferrara


Ferrara venerd� 22 ottobre: Ridotto del Teatro Comunale15.30 saluti del vicesindaco Massimo Maisto e del Presidente del teatro Fabio Mangolini

16.00 Mariachiara Fugazza, Dal giornalismo all'azione: Cristina Trivulzio di Belgiojoso nel Risorgimento

intermezzo musicale

17.00 Fiorenza Taricone, Cristina Trivulzio, una femminista di fatto pi� che una femminista ante-litteram

intermezzo musicale

18.00 monologo di Eleonora Dall�Ovo, Principessa Libert�, dal testo di Mino Rossi



Le musiche saranno eseguite al pianoforte da Matteo Cardelli, dal concerto Hexameron (6 variazioni per pianoforte di Listz, Thalberg, Pixis, Herz, Czerny, Chopin dalla marcia dei Puritani di Bellini; create ed eseguite appositamente dai 6 pianisti per un concerto di beneficenza per i fuorusciti italiani organizzato da Cristina nel suo salotto parigino)



REDAZIONE
Centro Documentazione Donna
email: cddferrara@alice.it

8 ott 2010

CARA MINISTRA CARFAGNA LE DONNE NON DENUNCIANO LA VIOLENZA PERCHE' IN ITALIA HANNO PAURA

Carissime e Carissimi,
oggi è un giorno tristissimo perchè è stato nuovamente e brutalmete riconfermato ciò che sosteniamo da tempo...la violenza contro le donne non ha colore, nè religione, nè stato di appartenenza, e troppo spesso ha le chiavi di casa...la notizia dl ritrovamento di Sarah Scalzi ci ha tutte/i sconvolti...una giovane donna di 15 anni uccisa dallo zio solo perchè ha avuto il coraggio e la forza di dire di NO!

Ieri avevo mandato una lettera simbolica alla nostra Ministra delle P.O. per denunciare a lei e al Governo le reciproche responsabilità...scusatemi se insisto ma in questo momento difficile non sento molte voci pronte ad esternare la propria indignazione...

un abbraccio

Giovanna





“Cara Ministra Carfagna, le donne non denunciano le violenze perché in Italia hanno paura”

L’assessora Pineda si rivolge alla Ministra in merito alle sue dichiarazioni sui fatti di violenza avvenuti di recente nel nostro Paese


COMUNE DI ROVIGO
Ufficio Stampa: Paola Gasperotto
Tel.0425/206102
e-mail: ufficiostampa@comune.rovigo.it

“Cara Ministra Carfagna, le donne non denunciano le violenze perché in Italia hanno paura”
L’assessora Pineda si rivolge alla Ministra in merito alle sue dichiarazioni sui fatti di violenza avvenuti di recente nel nostro Paese.

“Sono successi alcuni fatti di cronaca nazionale e locale, a dir poco inquietanti”. E’ quanto afferma l’assessora alle Pari opportunità Bruna Giovanna Pineda, che non nasconde la sua rabbia sia per quanto è accaduto e continua ad accadere in termini di violenza sulle donne, che per le dichiarazioni della Ministra Carfagna. Gli ultimi fatti riguardano, in particolare, la vicenda della ragazza pakistana di Novi e di sua madre che per difendere la figlia si è scaraventata contro il padre ed è stata uccisa e ai due casi di stupro avvenuti a Rovigo.
“Prendo atto della giusta presa di posizione della Ministra Carfagna – prosegue Pineda -, che ha dichiarato di essere vicina alle donne immigrate, invitandole a denunciare le violenze e che l’Italia non accetta gli uomini che non rispettano le donne. Ma allora mi chiedo e le chiedo, perché se è così vicina alle immigrate, quando vengono stuprate e scoperte senza permesso di soggiorno vengono inviate nei Cie e poi rimpatriate, come è successo a Faith della quale da luglio di quest’anno non si sa più nulla? E, se da un lato la Ministra si è costituita parte civile per la ragazza di Novi, perché non si costituisce parte civile ogni qualvolta in Italia si verifichi un femminicidio ( questa estate in Veneto c’è stata una vera e propria carneficina di donne), e perché il Suo Governo ha tagliato i fondi, oltre che alle forze dell’ordine, ai centri antiviolenza, le uniche strutture deputate ad aiutare le donne vittime di violenza; ha tagliato i fondi al n. verde 1522 attivato per le denuncie; ha chiuso le postazioni locali del n. verde antitratta, creando un durissimo colpo al sistema di aiuto alle vittime e al contrasto del racket?
Ricordo inoltre alla Ministra che lei ha sostenuto il “pacchetto sicurezza”, il quale antepone il reato di clandestinità a anche al reato di stupro e di violenza e impedisce alle vittime prive di permesso di soggiorno, cioè clandestine, di essere aiutate. Questo significa incitare e istigare alla violenza: chiunque non denunci e tenti di fermare questa ingiustizia ne è complice.
E in ogni caso la stessa mobilitazione messa in campo per la vicenda di Novi o per il caso Sakineh, va attuata anche per delitti e le ingiustizie commesse dagli Italiani e dal nostro Stato:la violenza sulle donne non ha colore, nazione o altro, va combattuta e basta .
Infine chiedo al ministro Maroni, che dovrebbe difenderci, se nei CIE, visto che come ha affermato ultimamente a Lendinara sarebbero dei lager necessari per metterci dentro chi violenta e uccide le donne, intende davvero metterci i veri colpevoli, che guarda caso sono quasi tutti italiani con tanto di documenti o se come al solito ha dovuto fare la solita dichiarazione falsa e d’effetto populista per nascondere la propria inefficienza. Purtroppo i dati parlano da soli e il femminicidio e le violenze sono drammaticamente in aumento L’unica cosa che è veramente clandestina in Italia è il diritto alla vita, soprattutto per noi donne.
Concludo esprimendo tutta la mia più sentita solidarietà alle vittime, invitandole ad accedere ai nostri servizi del Centro Antiviolenza: le nostre porte sono sempre aperte, per tutte, senza distinzione alcuna”.

I dati sulle violenze alle donne avvenute in Italia, si possono vedere sul sito

http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/post/2010/10/05/uomo-accusato-di-aver-drogato-stuprato-torturato-accoltellato-strangolato-la-nipote-di-12-anni/

Rovigo, 06/10/10

APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO PER SALVARE FAITH AIWORO

Gentilissimo Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano,
mi chiamo Bruna Giovanna Pineda, sono assessora alla Pace e ai Diritti Umani del Comune di Rovigo, e mi rivolgo a Lei per questo mio appello in quanto massimo rappresentante dello Stato Italiano e garante della Nostra amata Costituzione .

Innanzitutto le dovrò raccontare la storia di Faith, una ragazza nigeriana di venti anni che aveva un sogno…quello di poter vivere in un Paese civile, e pensava di averlo trovato in Italia.

Faith riesce a fuggire dal suo paese, la Nigeria, nel 2007. Durante un tentativo di stupro da parte del suo datore di lavoro - appartenente a una delle più ricche e influenti famiglie dello stato -, Faith (che all'epoca non aveva ancora vent'anni), lo uccide. Quando, su cauzione, viene rilasciata dal carcere, decide di fuggire in Italia senza attendere il processo: l'ordinamento del suo paese non prevede l'attenuante della legittima difesa e rischia dunque (anche per le pressioni della famiglia del suo datore di lavoro/stupratore) di essere sicuramente condannata a morte. In Italia Faith spera di rifarsi una vita e invece, dopo tre anni, non riesce ad ottenere neanche il permesso di soggiorno. Così questa estate, quando le sue urla durante un nuovo tentativo di stupro fanno giungere una volante nella casa di Bologna dove abita, quello che attende Faith è dapprima il Cie di via Mattei e poi, il 20 luglio, nonostante la richiesta d'asilo presentata dal suo avvocato, il rimpatrio forzato in Nigeria dove attualmente è detenuta in attesa della condanna a morte per impiccagione. Solerti funzionari/burocrati fanno notare che il rimpatrio di Faith era inevitabile poiché su di lei gravavano già due decreti di espulsione. Ma il punto è che Faith non doveva/poteva essere espulsa. L'art. 19, comma 2°, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000) dice infatti: “Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti.”. E invece è stata stata rimpatriata il giorno stesso in cui veniva presentata la sua domanda per l’asilo politico, senza nemmeno darle il tempo di raccontare la sua storia e da quel giorno di lei non si è saputo più niente.

Benché l’Italia sia uno dei paesi promotori della moratoria contro la pena di morte, non si è esitato a mandare al patibolo una donna che ha saputo reagire alla violenza maschile, una donna da cui tutte abbiamo tanto da imparare. Allora perché continuiamo a tacere ? Con il nostro silenzio la stiamo condannando a morte una seconda volta.

Carissimo Presidente, mi rivolgo a Lei con la speranza che questa volta l’appello per salvare Faith non cada nel vento: questa ragazza è stata condannata a morte solo perché ha avuto il coraggio di ribellarsi agli abusi e alle violenza, e noi non possiamo esserne complici.


Visto che l’Italia giustamente si è sempre stata in prima linea (vedi la campagna per salvare Sakineh) per denunciare quei paesi che violano i diritti umani, come mai nel caso di Faith, dove è stato violato l’art. 19 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, oltre l’art. 2 e 10 della nostra Costituzione, nonostante i numerosi appelli di associazioni è calato un imbarazzante silenzio? Come se non bastasse la vicenda di Faith apre "un pericoloso precedente", potendo divenire un deterrente a ribellarsi a violenze subite per tutte quelle donne migranti in condizione di "clandestinità" . Tutto ciò non è accettabile per uno stato che si definisca “democratico” e “civile” come il nostro.


Con la speranza e la fiducia che questa volta l’appello per salvare Faith venga ascoltato,


Cordiali saluti

Bruna Giovanna Pineda

Assessora alla Pace e ai Diritti Umani

Comune di Rovigo


ps: per chi volesse mandare l'appello...

Di seguito l’indirizzo internet dove si può trovare l’appello da sottoscrivere
http://noinonsiamocomplici.noblogs.org/post/2010/09/25/un-appello-internazionale-per-faith/

1 ott 2010

A BOLOGNA

Riparte lo sportello del Servizio Itinerante Inserimento Donne

Fra le iniziative dell'ente di promozione sociale e culturale preposto alla formazione a favore dell'inclusione sociale "Form-azione in rete", nata su volontà dell'Associazione Amici di Piazza Grande onlus, riparte la quarta edizione dell'operazione denominata SIID 4 - Servizio Itinerante Inserimento Donne.

L'obiettivo principale del servizio quello di favorire l’inserimento o il reinserimento sociale delle donne, con particolare attenzione nei confronti delle donne sole con figli a carico, espulse dal mercato del lavoro, over 45, lavoratrici straniere addette ai lavori di cura, soggetti che si trovano in condizione di rischio di esclusione sociale, nuova povertà e povertà estrema, e offre servizi formativi e di aiuto all’orientamento e accompagnamento all’ingresso nel mercato del lavoro, specifici per il “Il contrasto alla povertà e al rischio di esclusione sociale”.

Lo sportello dell'iniziativa, sito in via Corazza 7/8 a Bologna è aperto da martedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30 ed è possibile prendere appuntamento telefonando dal lunedì al venerdì e dalle 9 alle 17 ai numeri 051/417.17.90 o 051/417.17.91.

Per maggiori informazioni:
www.siid.it
www.forma-azioneinrete.it

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