Dalla regione Emilia Romagna
"La contraccezione.Conoscere per scegliere", il nuovo opuscolo pubblicato in otto lingue
Per diffondere una corretta informazione sui metodi contraccettivi il Servizio Sanitario dell'Emilia Romagna ha aggiornato e ristampato in otto lingue - italiano, spagnolo, inglese, russo, arabo, albanese, cinese e rumeno - l'opuscolo "La contraccezione. Conoscere per scegliere". Il titolo richiama uno dei principali impegni degli operatori del settore: fornire a tutti, italiani e immigrati, gli strumenti di conoscenza indispensabili per fare scelte consapevoli, per tutelare la propria salute e la propria persona.
La pubblicazione, rivolta in primis alle donne straniere che vivono nella nostra regione, vuole chiarire dubbi e dare informazioni concrete, affinchè vi sia per tutte la possibilità di scegliere il metodo contraccettivo più adatto alle proprie esigenze e al proprio vissuto personale. Affinchè la gravidanza sia solo un momento felice e diminuisca il numero di donne che fanno ricorso all'aborto, una scelta comunque dolorosa e difficile.
Attraverso la sessualità si esprime un bisogno affettivo, è dunque un modo particolare e intimo di entrare in contatto con un'altra persona. Proprio per il suo valore di scambio è parte integrante della vita, anche in quei momenti in cui si vogliono, o si devono, evitare gravidanze. L'opuscolo nasce dall'ascolto, e come risposta, alle storie di alcune donne migranti che hanno deciso di stabilirsi in Emilia Romagna, o di trascorrere nella nostra regione un pezzo della loro esistenza. Progetti di vita anche molto differenti ma che hanno in comune la necessità di decidere quando avere un figlio e quando, almeno in un dato periodo, evitare una gravidanza.
Aicha, Kira, Valdete sono giunte in Italia con il loro compagno, ma hanno dovuto da subito fare i conti con le difficoltà dell'emigrazione, di fronte a un mondo per tanti aspetti diverso da quello conosciuto nella propria infanzia, in un paese straniero in cui l'organizzazione familiare muta, e i servizi, che pur essendo di aiuto non sostituiscono la "famiglia allargata" nell'educazione dei figli e nel lavoro domestico. Da qui l'obbligo di programmare le nascite, di attendere fra l'una e l'altra. Valbona, Melika, Luan, invece, sono arrivate in Italia perchè desiderano trovare una strada per il futuro. Dalle loro parole trapela il desiderio di farcela con le proprie forze, ma la strada può essere faticosa e può voler dire non avere lo spazio per una maternità.
L'informazione sulla contraccezione diviene, in questi percorsi, parte di una svolta più ampia, tessera di un puzzle in cui ridefinire l'identità secondo nuove coordinate. Di qui la centralità dei Servizi Sanitari offerti dalla Regione - Consultori familiari, Spazi Giovani e Spazi per le donne immigrate - punti di ascolto in cui ricevere, informazione e supporto rispetto alla propria salute fisica ed emotiva.
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16 apr 2010
Inserito dal Collettivo Pachamama alle 15:38
Etichette: diritti, iniziative, mamme
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