Siamo un gruppo di donne: amiche, colleghe, mamme... Da tempo mettiamo le nostre esperienze di solidarietà femminile in comune, ne parliamo, riflettiamo, e pensiamo che molte donne costruiscano, nella vita di tutti i giorni, una silenziosa ma potente rete di affetti, di aiuti, di sostegno. Alcune di noi vengono da altre esperienze o vi sono tuttora coinvolte (Comitato per la pace Spartacus, Collettivo Echidna, Mamme per la Pace...), altre si sono semplicente unite confluendo il loro apporto personale di donne attente alla realtà che ci circonda e con la volontà di "uscire dal silenzio". Abbiamo pensato di costituire un gruppo, il Collettivo Pacha Mama, per cercare di essere un punto di riferimento e di scambio di esperienze per chiunque si senta sensibile alla lotta e alla solidarietà femminili.

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Ciao a tutt*, è stata ripristinata la mail vecchia:

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ci auguriamo che non venga bloccata mai più

sezioni

22 mag 2008

da Liberazione, 22-05-08

Legge 194, anniversario con killeraggio
Casini: «Ingiusto che decidano le donne»

Attacco ad aborto e gay, lesbiche, trans. Il collante del governo. Qui le prove generali del ...

E' lontana, dall'Italia, l'Inghilterra che oggi ha votato respingendo gli emendamenti che abbassavano il limite di tempo consentito per abortire, riducendo quello attuale di 24 settimane. Qui da noi si può ricorrere all'interruzione di gravidanza fino alla 12esima settimana, che diventano 24 quando si tratta di aborto terapeutico. Pur essendo limiti molto bassi, il tentativo è di scendere ancora più giù. La giustificazione verrebbe dalla scienza che dimostrerebbe come dopo la 22esima settimana il feto è già autonomo. Ma come hanno detto in Inghilterra ancora nessuno ha prove certe. I limiti della legge sono convenzioni, compromessi. L'inizio della vita è un fatto individuale, che non può prescindere dalla decisione della madre. Lo scontro è tutto qui.
Non è un caso che ieri, alla vigilia dell'anniversario della legge 194, approvata il 22 maggio del 1978, la conferenza stampa l'abbiano organizzata i rappresentanti del Movimento per la vita, Carlo Casini in testa. Insieme al Forum delle associazioni familiari hanno sparato a zero sulla legge. Ma ancora di più sulla donna. Il succo del loro discorso è tutto qui: «E' ingiusto che decida la donna». Chi dovrebbe farlo? Beh, è chiaro i padri, che secondo Casini due volte su tre sarebbero contrari.
La questione oggi si sposta sul fatto se la legge debba o meno essere modificata. La maggioranza che governa il paese sta cercando di capire se sia meglio affrontare la questione con modifiche in Parlamento (visto che ci sono i numeri) oppure andare avanti nell'attacco culturale e politico che di fatto sta comunque svuotando la legge di senso e di efficacia. Lo stesso Casini, pur dichiarando di odiare la 194, è prudente nel chiedere che venga ridiscussa alla Camera e al Senato. Stesso discorso dall'altra parte. Per Paola Binetti non si può «banalizzare con il dire "legge sì, legge no". Condivido l'impegno per le politiche familiari». E' questa la proposta della sottosegretaria Eugenia Roccella. E' la rappresentante di governo più cattolica e nelle dichiarazioni di questi giorni ha più volte dribblato il problema sulla legge. Ha detto non si tocca, ma vanno rilanciate le politiche familiari.
L'attacco più duro arriva dall' Osservatore romano , con un articolo di Lucetta Scaraffia. Parlano di eugenetica, di tragedia, manca solo la definizione di olocausto di ferrariana memoria, ma in qualche modo salvano la legge, chiedendo che prevalga lo spirito di tutela della maternità.
Tra le iniziative opposte, da segnalare quella dell'associazione Luca Coscioni. Da oggi fino al week end, in tutta Italia, ci saranno banchetti con medici disponibili a prescrivere la pillola del giorno dopo. E' un normale medicinale che in diversi altri Paesi si può comprare tranquillamente in farmacia. In Italia ci vuole la prescrizione. Molti medici si rifiutano di farlo appellandosi all'obiezione di coscienza garantita dalla legge 194, che però non c'entra niente. Ma la pillola del giorno dopo non è abortiva. E' invece l'ennesima questione su cui si sta esercitando potere contro le donne. L'associazione Coscioni mette a disposizione più di venti medici. Visto i tempi che corrono, vale la pena farsela prescrivere e metterla da parte.


22/05/2008


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Il Parlamento dice sì anche alla fecondazione per gay e lesbiche

GB, il feto non è vita
e si può ancora abortire
alla 24esima settimana

24 settimane, sono il limite per abortire in Gran Bretagna.
Il Parlamento ha bocciato ieri la ...

Francesca Marretta
Londra
Il governo laburista britannico ha vinto in Parlamento su tutta la linea nel voto sulla legge per la procreazione, detta "Human fertilisation and embryology bill".
Bocciato, con 393 contrari e 71 a favore, l'emendamento che proponeva di ridurre da 24 a 12 settimane dal concepimento il limite per l'interruzione di gravidanza. Eliminato l'obbligo per le cliniche specializzate in procreazione in vitro di considerare la «necessità della figura paterna».
Bocciato l'emendamento che chiedeva di impedire la creazione di embrioni ibridi, ottenuti dall'inserimento di Dna umano in ovuli di animali, da utilizzare nelle ricerche sulle cellule staminali. Respinto anche il divieto di far nascere «neonati donatori» da embrioni selezionati per fornire tessuti compatibili per trapianti che permettano di salvare la vita di fratelli o di sorelle colpiti da malattie genetiche.
Si tratta un voto progressista di portata storica per i diritti delle donne, insediati in questi mesi dalla lobby cattolica e anti-abortista che ha riportato in auge dopo vent'anni un dibattito su diritti acquisiti e di una svolta per le donne single e le coppie gay e lesbiche intenzionate a procreare con la fecondazione assistita. Per le coppie gay questo è il passo avanti più significativo dopo l'ammissione delle adozioni.
L'esito di questo voto non era affatto scontato. La previsione, tra le fila dei laburisti, era quella della sconfitta. Ai deputati era stata lasciata libertá di votare secondo coscienza.
Durante il voto sui capitoli della legge, giá approvata alla Camera dei Lords, gruppi anti-abortisti opposti a quelli in difesa per il diritto della scelta delle donne, si sono fronteggiati in piazza tenendo alti i rispettivi cartelli. "Proteggi l'embrione" versus "difendi le 24 settimane".
Sul limite temporale per l'interruzione della gravidanza si sono susseguite diverse votazioni, per spostarlo, rispettivamente a 22, 20, 16 e 12 settimane. In ciascuna votazione la maggioranza che si è espressa contro le modifiche è risultata molto ampia. Il leader del partito Conservatore David Cameron ha votato per la riduzione del termine a 22 settimane. Le campagne portate avanti dai gruppi anti-abortisti - sostenute da quotidiani come il Daily Mail , che ha pubblicato storie e foto di bambini nati molto prematuri, ma cresciuti sani e in salute - hanno trovato un'interpretazione particolarmente vigorosa nei sermoni del cadinale Cormac Murphy O'Connor: secondo il religioso i feti abortiti entro i limiti confermati con il voto potrebbero sopravvivere grazie alle attuali tecnologie.
Il dibattito sui termini per l'aborto è stato particolarmente acceso.
La deputata conservatrice Nadine Dorries, ex infermiera, per ottenere un voto sull'interruzione di gravidanza a venti settimane, ha parlato della sua esperienza ospedaliera, ricordando l'esperienza di un feto tenuto «tra le braccia che per sette minuti aveva tentato di respirare». «Quel giorno - ha aggiunto nel suo intervento l'esponente Tory - ho pensato che stavamo commettendo un omicidio».
Il suo collega Edward Leigh l'ha messa sul piano dei diritti umani, sottolineando quanto si parli, nel paese e nel Parlamento, «dei diritti di chi è vulnerabile», dunque, ha aggiunto il deputato Tory, «altrettanto importante dovrebbe essere il diritto alla vita», concludendo che nella Gran Bretagna moderna «l'utero di una madre è il posto più pericoloso in cui trovarsi».
La deputata Laburista Christine McCafferty ha ribattuto che l'attuale limite per l'aborto è «scientificamente ed eticamente giustificato», sottolineando il fatto che è la donna incinta «la sola persona a poter prendere una decisione responsabile». «L'aborto dovrebbe essere una questione privata tra paziente e medico, come per ogni altro trattamento sanitario», ha aggiunto la deputata laburista nel suo intervento, concluso ponendo un interrogativo: «Perché è così difficile per società, anche quelle come la nostra, lasciare il potere di decidere a quelli su cui ricadono le conseguenze?».
La libertà di scelta delle donne, dopo questo voto, resta inalterata. Il quadro legislativo attuale rischierebbe di essere alterato da una vittoria dei Tory, pronosticata dagli attuali sondaggi, alle prossime elezioni politiche.
Il voto di modifica dell'"Human fertilisation and embriology bill", che cancella il requisito dell'obbligo per le cliniche e ospedali in cui si pratica la fecondazione assistita di considerare «l'esigenza della figura del padre» per il nascituro prima di procedere all'inseminazione, ha ottenuto la maggioranza in due votazioni, con 75 e 68 voti. La nuova formula della legge stabilisce che il medico valuti «l'esigenza di un genitore partecipe». Entrambi i partner verranno ora legalmente definiti «genitori». La clausola contenuta nella legge precedente lasciava di fatto facoltà ai medici di respingere le richieste di donne single o coppie lesbische di procreare un figlio con la fecondazione assistita. Tutto questo non accadrà più. Almeno fino alle prossime elezioni.


22/05/2008

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