Siamo un gruppo di donne: amiche, colleghe, mamme... Da tempo mettiamo le nostre esperienze di solidarietà femminile in comune, ne parliamo, riflettiamo, e pensiamo che molte donne costruiscano, nella vita di tutti i giorni, una silenziosa ma potente rete di affetti, di aiuti, di sostegno. Alcune di noi vengono da altre esperienze o vi sono tuttora coinvolte (Comitato per la pace Spartacus, Collettivo Echidna, Mamme per la Pace...), altre si sono semplicente unite confluendo il loro apporto personale di donne attente alla realtà che ci circonda e con la volontà di "uscire dal silenzio". Abbiamo pensato di costituire un gruppo, il Collettivo Pacha Mama, per cercare di essere un punto di riferimento e di scambio di esperienze per chiunque si senta sensibile alla lotta e alla solidarietà femminili.

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Ciao a tutt*, è stata ripristinata la mail vecchia:

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ci auguriamo che non venga bloccata mai più

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8 ott 2010

CARA MINISTRA CARFAGNA LE DONNE NON DENUNCIANO LA VIOLENZA PERCHE' IN ITALIA HANNO PAURA

Carissime e Carissimi,
oggi è un giorno tristissimo perchè è stato nuovamente e brutalmete riconfermato ciò che sosteniamo da tempo...la violenza contro le donne non ha colore, nè religione, nè stato di appartenenza, e troppo spesso ha le chiavi di casa...la notizia dl ritrovamento di Sarah Scalzi ci ha tutte/i sconvolti...una giovane donna di 15 anni uccisa dallo zio solo perchè ha avuto il coraggio e la forza di dire di NO!

Ieri avevo mandato una lettera simbolica alla nostra Ministra delle P.O. per denunciare a lei e al Governo le reciproche responsabilità...scusatemi se insisto ma in questo momento difficile non sento molte voci pronte ad esternare la propria indignazione...

un abbraccio

Giovanna





“Cara Ministra Carfagna, le donne non denunciano le violenze perché in Italia hanno paura”

L’assessora Pineda si rivolge alla Ministra in merito alle sue dichiarazioni sui fatti di violenza avvenuti di recente nel nostro Paese


COMUNE DI ROVIGO
Ufficio Stampa: Paola Gasperotto
Tel.0425/206102
e-mail: ufficiostampa@comune.rovigo.it

“Cara Ministra Carfagna, le donne non denunciano le violenze perché in Italia hanno paura”
L’assessora Pineda si rivolge alla Ministra in merito alle sue dichiarazioni sui fatti di violenza avvenuti di recente nel nostro Paese.

“Sono successi alcuni fatti di cronaca nazionale e locale, a dir poco inquietanti”. E’ quanto afferma l’assessora alle Pari opportunità Bruna Giovanna Pineda, che non nasconde la sua rabbia sia per quanto è accaduto e continua ad accadere in termini di violenza sulle donne, che per le dichiarazioni della Ministra Carfagna. Gli ultimi fatti riguardano, in particolare, la vicenda della ragazza pakistana di Novi e di sua madre che per difendere la figlia si è scaraventata contro il padre ed è stata uccisa e ai due casi di stupro avvenuti a Rovigo.
“Prendo atto della giusta presa di posizione della Ministra Carfagna – prosegue Pineda -, che ha dichiarato di essere vicina alle donne immigrate, invitandole a denunciare le violenze e che l’Italia non accetta gli uomini che non rispettano le donne. Ma allora mi chiedo e le chiedo, perché se è così vicina alle immigrate, quando vengono stuprate e scoperte senza permesso di soggiorno vengono inviate nei Cie e poi rimpatriate, come è successo a Faith della quale da luglio di quest’anno non si sa più nulla? E, se da un lato la Ministra si è costituita parte civile per la ragazza di Novi, perché non si costituisce parte civile ogni qualvolta in Italia si verifichi un femminicidio ( questa estate in Veneto c’è stata una vera e propria carneficina di donne), e perché il Suo Governo ha tagliato i fondi, oltre che alle forze dell’ordine, ai centri antiviolenza, le uniche strutture deputate ad aiutare le donne vittime di violenza; ha tagliato i fondi al n. verde 1522 attivato per le denuncie; ha chiuso le postazioni locali del n. verde antitratta, creando un durissimo colpo al sistema di aiuto alle vittime e al contrasto del racket?
Ricordo inoltre alla Ministra che lei ha sostenuto il “pacchetto sicurezza”, il quale antepone il reato di clandestinità a anche al reato di stupro e di violenza e impedisce alle vittime prive di permesso di soggiorno, cioè clandestine, di essere aiutate. Questo significa incitare e istigare alla violenza: chiunque non denunci e tenti di fermare questa ingiustizia ne è complice.
E in ogni caso la stessa mobilitazione messa in campo per la vicenda di Novi o per il caso Sakineh, va attuata anche per delitti e le ingiustizie commesse dagli Italiani e dal nostro Stato:la violenza sulle donne non ha colore, nazione o altro, va combattuta e basta .
Infine chiedo al ministro Maroni, che dovrebbe difenderci, se nei CIE, visto che come ha affermato ultimamente a Lendinara sarebbero dei lager necessari per metterci dentro chi violenta e uccide le donne, intende davvero metterci i veri colpevoli, che guarda caso sono quasi tutti italiani con tanto di documenti o se come al solito ha dovuto fare la solita dichiarazione falsa e d’effetto populista per nascondere la propria inefficienza. Purtroppo i dati parlano da soli e il femminicidio e le violenze sono drammaticamente in aumento L’unica cosa che è veramente clandestina in Italia è il diritto alla vita, soprattutto per noi donne.
Concludo esprimendo tutta la mia più sentita solidarietà alle vittime, invitandole ad accedere ai nostri servizi del Centro Antiviolenza: le nostre porte sono sempre aperte, per tutte, senza distinzione alcuna”.

I dati sulle violenze alle donne avvenute in Italia, si possono vedere sul sito

http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/post/2010/10/05/uomo-accusato-di-aver-drogato-stuprato-torturato-accoltellato-strangolato-la-nipote-di-12-anni/

Rovigo, 06/10/10

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