Siamo un gruppo di donne: amiche, colleghe, mamme... Da tempo mettiamo le nostre esperienze di solidarietà femminile in comune, ne parliamo, riflettiamo, e pensiamo che molte donne costruiscano, nella vita di tutti i giorni, una silenziosa ma potente rete di affetti, di aiuti, di sostegno. Alcune di noi vengono da altre esperienze o vi sono tuttora coinvolte (Comitato per la pace Spartacus, Collettivo Echidna, Mamme per la Pace...), altre si sono semplicente unite confluendo il loro apporto personale di donne attente alla realtà che ci circonda e con la volontà di "uscire dal silenzio". Abbiamo pensato di costituire un gruppo, il Collettivo Pacha Mama, per cercare di essere un punto di riferimento e di scambio di esperienze per chiunque si senta sensibile alla lotta e alla solidarietà femminili.

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29 gen 2008

Stuprata a 12 anni

dal Corriere della Sera 28 gennaio 2008

Stuprata a 12 anni.La vittima mandata a Milano dalla famiglia per salvarla dagli abusi sessuali
«Mi fidavo di lui»
Ragazzina sudamericana aggredita in casa da un amico della cugina. Manette al responsabile
I genitori l'avevano mandata in Italia per evitare il rischio che in Sudamerica subisse molestie sessuali, se non di più. Neppure a Milano è riuscita a scampare al destino che purtroppo nel suo paese segna la vita di molte ragazzine. A 12 anni è stata violentata più volte da un uomo di cui si fidava, un connazionale che divideva l'appartamento con la cugina che l'ha accolta. L'uomo è stato arrestato dalla Guardia di Finanza mentre stava per scappare in patria. La bambina è arrivata a Milano quasi un anno fa. A casa sua le cose non andavano bene. La famiglia tirava avanti a stento e con i pochi soldi che entravano in casa, mamma e papà non riuscivano a garantire ai figli un'esistenza decorosa che li sottraesse al rischio di essere aggrediti sessualmente per strada, un costume purtroppo diffuso in alcune zone del Sudamerica. Per questo hanno mandato la bambina a stare con la cugina a Milano.

La donna, 45 anni, ha un regolare permesso di soggiorno e lavora. Vive con la madre in un appartamentino in una zona centrale che divide con un connazionale, anche lui 45enne, per risparmiare sull'affitto. «Quell'uomo voleva mettersi con me, ma io non ne ho mai voluto sapere», racconta la donna. La bambina si è subito integrata nella realtà milanese e a settembre ha cominciato ad andare a scuola. Quando le speranze dei suoi genitori lontani sembrava si fossero trasformate in realtà, è arrivata la violenza a squassare tutto. L'uomo respinto dalla cugina aveva messo gli occhi su di lei. Prima ha tentato di corteggiarla, poi è passato alle mani, allungate senza rispetto fino alla violenza. Come accade spesso in questi casi, la ragazzina non ha avuto subito il coraggio di confidarsi, ma quando l'uomo le ha lasciato un bigliettino per confessarle il suo «amore», ha trovato un modo per denunciare. Ha preso il foglietto, l'ha infilato in una tasca del vestito della cugina e ha atteso la reazione della donna. Quando c'è stata, ha detto tutto.

La sudamericana è rimasta choccata. Ha aggredito l'uomo, l'ha picchiato insieme con l'aiuto della madre e l'ha cacciato di casa. Ma non è andata subito a denunciarlo. L'ha fatto, terrorizzata, dopo qualche giorno, quando due brutti ceffi hanno tentato di sfondare la porta di casa: «Fai uscire la ragazzina che la portiamo da lui», urlavano i due. Il Soccorso violenze sessuali della clinica Mangiagalli ha accertato la violenza. L'uomo è stato rintracciato dalla Gdf, pedinato e arrestato poco dopo aver pagato il biglietto dell'aereo che il giorno dopo l'avrebbe fatto sparire in patria. Interrogato dal gip Alessandra Cerreti, l'uomo non ha risposto alle domande. Il suo difensore ha chiesto l'esame del dna convinto che questo scagionerà il suo assistito il quale, agli investigatori, aveva confidato: «Non l'ho violentata. È lei che mi ha sedotto».
Giuseppe Guastella
28 gennaio 2008

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