Siamo un gruppo di donne: amiche, colleghe, mamme... Da tempo mettiamo le nostre esperienze di solidarietà femminile in comune, ne parliamo, riflettiamo, e pensiamo che molte donne costruiscano, nella vita di tutti i giorni, una silenziosa ma potente rete di affetti, di aiuti, di sostegno. Alcune di noi vengono da altre esperienze o vi sono tuttora coinvolte (Comitato per la pace Spartacus, Collettivo Echidna, Mamme per la Pace...), altre si sono semplicente unite confluendo il loro apporto personale di donne attente alla realtà che ci circonda e con la volontà di "uscire dal silenzio". Abbiamo pensato di costituire un gruppo, il Collettivo Pacha Mama, per cercare di essere un punto di riferimento e di scambio di esperienze per chiunque si senta sensibile alla lotta e alla solidarietà femminili.

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Ciao a tutt*, è stata ripristinata la mail vecchia:

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ci auguriamo che non venga bloccata mai più

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10 feb 2008

Milano, affogata nel naviglio

da Repubblica.it 9febbraio2008

E' accaduto a Milano. L'uomo sarebbe di origini macedoni
Inutili i soccorsi, la vittima è morta in breve tempo

Getta donna in un naviglio
poi si tuffa per affogarla


MILANO - Un uomo, secondo un primo accertamento originario della Macedonia, ha ucciso una donna affogandola in un naviglio, stasera a Milano. Secondo alcuni testimoni, l'assassino, 41 anni, e la vittima, un'italiana di 40 anni, erano arrivati insieme all'altezza del numero 280 di via Chiesa Rossa, alla periferia della città. Qui lui è stato visto mentre la buttava nel naviglio che scorre a lato della strada.

Dopo averla gettata in acqua - sempre secondo diverse testimonianze - l'uomo avrebbe raggiunto la donna per affogarla. Uscito dal naviglio in stato di evidente agitazione e con un principio di ipotermia, è stato aggredito da testimoni e passanti finché non sono intervenuti i carabinieri, che lo hanno condotto nel comando di via Moscova.

All'arrivo dell'ambulanza, la donna era in fin di vita. Inutili i soccorsi: è stata dichiarata morta poco dopo. Secondo le prime informazioni diffuse dai carabinieri, i due vivevano insieme in un'abitazione di via Palmieri, a circa quattro chilometri dal luogo del delitto.

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