Siamo un gruppo di donne: amiche, colleghe, mamme... Da tempo mettiamo le nostre esperienze di solidarietà femminile in comune, ne parliamo, riflettiamo, e pensiamo che molte donne costruiscano, nella vita di tutti i giorni, una silenziosa ma potente rete di affetti, di aiuti, di sostegno. Alcune di noi vengono da altre esperienze o vi sono tuttora coinvolte (Comitato per la pace Spartacus, Collettivo Echidna, Mamme per la Pace...), altre si sono semplicente unite confluendo il loro apporto personale di donne attente alla realtà che ci circonda e con la volontà di "uscire dal silenzio". Abbiamo pensato di costituire un gruppo, il Collettivo Pacha Mama, per cercare di essere un punto di riferimento e di scambio di esperienze per chiunque si senta sensibile alla lotta e alla solidarietà femminili.

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10 feb 2008

no vat

il Manifesto, 8 febbraio 2008

Laicità e antifascismo, le bandiere dei No Vat
Domani a Roma la manifestazione contro le interferenze della Chiesa nella politica e nelle scelte personali. «Contro ogni integralismo»
Giacomo Sette
Roma

Autodeterminazione, laicità, antifascismo, liberazione e cittadinanza. Le parole d'ordine della manifestazione No Vat di domani a Roma parlano chiaro. Nel mirino l'attività politica del Vaticano e la sempre più pressante ingerenza nella libertà di scelta delle donne. La mobilitazione non si limiterà al solo corteo: è prevista infatti una tre giorni al centro sociale Forte Prenestino e perfino un'iniziativa a Londra sotto l'ambasciata italiana. Il tutto è stato presentato ieri dal comitato Facciamo Breccia (nato nel 2005) durante una conferenza stampa nella quale, spiegano gli organizzatori, hanno scelto questa data per la manifestazione non a caso: «Siamo in prossimità dell'anniversario della firma dei Patti lateranensi, l'11 febbraio 1929». E non è una prima volta che il popolo No Vat invade le vie della capitale, ma la terza. E con discreti risultati. Nel 2006 erano in 10mila, nel 2007 in 15mila «ma ne valevano il doppio data la pioggia che scendeva quel giorno». E ora il 2008. Con una piattaforma più larga, «perché la pressione del Vaticano è sempre maggiore», e nuove adesioni. Aumentano i soggetti «colpiti» in prima persona dall'ingerenza ecclesiastica. E a loro si aggiungono i movimenti sociali, gli studenti «anti-papa» della Sapienza (ma non solo) e altri attori politici che accusano la Chiesa di interferenze non solo sulle questioni etiche. «Saremo in piazza - dice Nicoletta Poidimani, che indossa un burqa coi colori dello Stato Pontificio - contro ogni integralismo e fondamentalismo, contro le ingerenze del Vaticano nella sfera pubblica e a favore dell'autodeterminazione delle donne e dei diritti di gay e trans». Ma non solo per questo. Oggi «il problema che affrontiamo è più politico che religioso - spiegano - noi lottiamo contro un sistema subalterno al potere ecclesiastico». Sotto accusa i diktat securitari e proibizionisti che impongono «la visione ideologica delle gerarchie vaticane nelle politiche sociali e mercificando i diritti di cittadinanza». La Chiesa è vista come un partito politico ben strutturato che ha scelto la via del revisionismo storico, «rifacendosi al passato fascista», e del neoliliberismo. «E' una multinazionale che ha potere egemonico su tutto - dice Gabriella Bertozzo - Sostituisce lo stato democratico, che non è capace di fornire un welfare sociale, dando la via d'uscita: stato assistenziale conservatore con la famiglia perno centrale». A rafforzare la tesi, la campagna di Giuliano Ferrara per la moratoria sull'aborto: «E' un grande sostenitore delle politiche liberiste e guerrafondaie».
Ad aprire il corteo, dietro lo striscione di Facciamo Breccia, sarà lo spezzone delle femministe e delle lesbiche: «Sono le soggettività più martoriate». Il nuovo attacco sulla 194 ne è l'esempio. Anche se gli organizzatori non si limitano a «difendere» la legge sull'aborto ma vanno al contrattacco: «Andrebbe devaticanizzata con delle modifiche». Infatti la norma - ricordano - risale al 1978 ed è frutto di una mediazione tra il Pci e i cattolici della Dc: «Ora andrebbe attualizzata, prima di tutto eliminando le figure degli obiettori di coscienza negli ospedali, che spesso appartengono a movimenti cattolici come quello per la vita».
In piazza ci saranno Arcigay, associazioni lgbt, collettivi femministi, studenti, Cobas, Sinistra critica e anche alcuni esponenti di partito della Sinistra arcobaleno. Gli organizzatori chiedono esplicitamente di non portare bandiere di partiti, «per evitare strumentalizzazioni», e denunciano le «connivenze tra la casta politica di centrodestra e centrosinistra con quella ecclesiastica nella difesa dei privilegi e nell'arretramento dei diritti individuali».

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