Siamo un gruppo di donne: amiche, colleghe, mamme... Da tempo mettiamo le nostre esperienze di solidarietà femminile in comune, ne parliamo, riflettiamo, e pensiamo che molte donne costruiscano, nella vita di tutti i giorni, una silenziosa ma potente rete di affetti, di aiuti, di sostegno. Alcune di noi vengono da altre esperienze o vi sono tuttora coinvolte (Comitato per la pace Spartacus, Collettivo Echidna, Mamme per la Pace...), altre si sono semplicente unite confluendo il loro apporto personale di donne attente alla realtà che ci circonda e con la volontà di "uscire dal silenzio". Abbiamo pensato di costituire un gruppo, il Collettivo Pacha Mama, per cercare di essere un punto di riferimento e di scambio di esperienze per chiunque si senta sensibile alla lotta e alla solidarietà femminili.

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31 gen 2008

Da Miss a prostituta

dal Corriere della sera del 31 gennaio 2007

Storia di Natasha, da miss a prostituta

Vive in Nicaragua, ha 19 anni e dopo aver vinto diversi concorsi di bellezza, si ritrova a lavorare in un bordello


MANAGUA (NICARAGUA) - In passato ha vinto diversi concorsi di bellezza e ha sognato a lungo di diventare una modella internazionale. Adesso invece lavora come prostituta sei giorni su sette in una squallido bordello al centro di Managua, capitale del Nicaragua. E' la triste storia di Natasha, ex modella diciannovenne che ormai non s’illude più di calcare un giorno le passerelle più importanti al mondo, ma vende il suo corpo per sopravvivere in un paese a lungo martoriato da una terribile guerra civile e oggi ulteriormente impoverito da un’endemica disoccupazione.

FAVOLA SPEZZATA - La favola spezzata di Natasha è raccontata nell'edizione odierna del Guardian di Londra che sottolinea come appena tre anni fa l'allora sedicenne nicaraguese aveva vinto due prestigiosi concorsi di bellezza nel suo paese, aggiudicandosi tra l’altro anche il titolo di Miss "più belle gambe" del Nicaragua. Proprio per inseguire i suoi sogni di modella, con i pochi soldi messi da parte Natasha decise di abbandonare Bluefilds, la sua città nel sud del paese e di trasferirsi nella capitale Managua. Con il passar del tempo, però, la giovane si è accorta che la realtà è molto diversa dalla fantasia: oggi a 19 anni è oramai una veterana del "Salvadoreño", un bar-bordello che si trova in un distretto malfamato della capitale chiamato "Costa Rica".

DENARO E PROSTITUZIONE - Natasha racconta al quotidiano britannico che ormai ha dimenticato le emozioni del passato e adesso pensa solo a mettere da parte denaro. Considera una bella giornata quella in cui riesce a guadagnare poco più di 60 euro, andando a letto con 18 persone e chiedendo poco meno di 3 euro per una prestazione sessuale di mezz'ora. Molti dei suoi clienti sono ubriachi e violenti e Natasha non nasconde le tante difficoltà che ancora incontra: "Non auguro nemmeno alla mia peggior nemica di capitare qui un giorno. Questa è la cosa peggiore che puoi fare". La disoccupazione non offre altre strade a tante donne nicaraguesi. Due mesi fa la polizia fece un mega blitz e per ordine del governo chiuse diversi bordelli a Managua. Secondo l'esecutivo sandinista questo era l'unico modo per proteggere le donne dalle violenze e dalla sottomissione. Ma le lucciole non gradirono e organizzarono una grande protesta contro quest’iniziativa governativa, definita prontamente dalle ragazze di strada “una violazione dei diritti delle prostitute”. Dopo appena una settimana le autorità fecero marcia indietro e le ragazze sono velocemente tornate al lavoro

TRA VIOLENZE E STUDI UNIVERSITARI - Anche Natasha ritiene che l'iniziativa del governo fosse fondamentalmente sbagliata: tanta gente come lei infatti si prostituisce unicamente per sopravvivere e aiutare i familiari che vivono lontano senza un lavoro e senza speranza. La ragazza afferma che anche nei giorni in cui i clienti sono pochi, lei guadagna più di un dottore o di un professore. Nel suo giorno libero, invece, studia scienze bancarie all'università: "Per adesso questa è la mia vita" afferma la diciannovenne che precisa che se un cliente diventa troppo violento, lei comincia a gridare così un uomo dello staff del bordello viene in suo soccorso. "Puoi immaginare come è stato difficile il mio primo giorno qui". Natasha racconta che fino all'anno scorso aveva un fidanzato, ma che la storia è finita quando per puro caso costui è entrato nel bar del bordello e l’ha vista mentre intratteneva i clienti: "Fu davvero qualcosa d'imbarazzante. Corsi fuori e cominciai a gridare. Non so se nella mia città natale sanno il lavoro che faccio, di certo non sa nulla mia madre. A lei ho raccontato che mi sono sposata e mio marito mi da i soldi che le spedisco. Naturalmente è una bugia".

Francesco Tortora
31 gennaio 2008

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